Informazioni personali

“… Ha imparato a camminare in un prato, qui a Fraciscio …“ Così era solito dire mio padre a quanti gli chiedevano, stupiti, del mio continuo andar per monti … In effetti fino ai sedici anni, età in cui iniziai a lavorare, passavo i tre mesi estivi delle vacanze scolastiche a Fraciscio. Mesi spensierati, spesi su e giù per prati, boschi e sentieri della valle. Da qui, l’amore per le montagne e in particolare per la Valchiavenna. Con queste premesse l’interesse per la fotografia fu una naturale conseguenza, come l’acquisto della mia mitica Olympus OM-1n. Con il passare degli anni, il senso della montagna, le conoscenze tecniche e le capacità alpinistiche sono migliorate. Tanto, da far parte del corpo Istruttori della Scuola di alpinismo presso il CAI di Carate Brianza , mio paese natio. Contemporaneamente “crescevo“ anche in campo fotografico, vincendo o piazzandomi in numerosi concorsi. Presa pienamente coscienza di questa mia abilità, ho iniziato a propormi come freelancer collaborando con immagini e testi a riviste e siti internet di montagna ( Valchiavenna e valle Spluga).
Enrico Minotti. Tema Finestra immagine. Powered by Blogger.

domenica 5 aprile 2020

A Bondeno con le ciaspole


Percorrendo nel corso degli anni gli innumerevoli sentieri che la valle Spluga offre agli escursionisti, sono giunto alla conclusione che questa è una valle per intenditori dal fine palato. L’avveduto viandante, alla ricerca di ampi orizzonti e di qualche momento di riflessione lontano
dai frastuoni della città, avrà l’opportunità di camminare in ambienti solitari quanto
affascinanti, immerso nei silenzi di una natura ancora incontaminata. Dalle impegnative vie in alta quota ai più elementari sentieri, sempre  fra suggestivi scorci panoramici potrà esplorare in tutte le stagioni, utilizzando le fide pedule o le ciaspole, le numerose valli laterali che compongono il bacino della stupenda valle Spluga. Una piccola splendida perla, fra le tante disponibili, è la facile escursione invernale che da Fraciscio conduce all’abitato di Bondeno e all’omonimo motto panoramico posto sul lato orientale della valle.
La gita ha inizio dal comodo parcheggio nella caratteristica piazza di Fraciscio raggiungibile lasciando la SS36 all’altezza della chiesa di Campodolcino, appena prima del ponte sul torrente Rabbiosa. Lasciata l’auto, una stradetta di fronte alla chiesa ci invita in discesa verso il negozio di alimentari che lasceremo alla nostra destra e poi verso un lavatoio recentemente ristrutturato. Seguiamo l’evidente traccia che adduce al fondo della valle e a due ponticelli sulla Rabbiosa, quindi  ci dirigiamo a sud in leggera salita, costeggiando e attraversando un bel bosco di larici, sino a raggiungere le case di Mottala. Poco oltre, se non coperto completamente dalla neve occhieggia il laghetto della “Palu del fen”, antica torbiera interratasi nel tempo e ora  riportata alla precedente condizione con un estetico laghetto. Incrociamo qui la strada proveniente da Campodolcino, percorribile in inverno sino a Gualdera. Nel periodo estivo la stessa prosegue divenendo “consortile” sino a Bondeno. Eventuali permessi sono disponibili presso il ristorante Montanina o il Miramonti di Gualdera.
 Raggiunta la bella piana di Gualdera, la attraversiamo e sempre in direzione sud imbocchiamo la  “consortile” per Bondeno. Consiglio a chi fosse dotato di una minima capacità di orientamento di evitare la comododità della strada e di salire per dossi, così da assaporare la sensazione di “montagna” che il silenzio, il magnifico bosco di larici e la neve scintillante, ci trasmettono. L’orizzonte, prima nascosto dai larici, lentamente si apre sull’ampio e assolato dosso ove sorge Bondeno di dentro. L’alpe, ancora abitata nel periodo estivo, è costituita da bellissime baite interamente in pietra, alcune delle quali ben ristrutturate, nel pieno rispetto della tradizione ed esempio di un patrimonio rurale da conservare a tutti i costi.
Proseguiamo raggiungendo in breve Bondeno di mezzo, la cui singolare chiesetta risalente al 1805 e dedicata a San Giacomo il Maggiore, è ulteriore testimonianza della grande fede religiosa che caratterizza nei secoli la popolazione valtellinese e trova espressione in una incredibile quantità di chiesette, cappelle, immagini  sacre, edificate anche ad alte quote.

Risaliamo ora un bel dosso che adduce alle baite di Bondeno di fuori  in un ambiente molto rilassante, godendoci senza preoccupazioni l’aria tersa, il tepore del sole, ma sopratutto la strepitosa vista offerta a occidente dal gruppo delle Camosciere e a nord-ovest dalle più alte cime della valle, dal pizzo Quadro al pizzo Tambò. Con un ultimo sforzo, attraversando una pineta guadagnamo il panoramico Motto di Bondeno, prestando però attenzione all’evidente canalone sul  versante est del Calcagnolo che periodicamente scarica gli accumuli di neve in eccesso. Il A est immersa nella neve, l’idilliaca visione dell’alpe Avero, sovrastata dal pizzo Alto, e a sud la Valchiavenna, il monte Legnone e le cime dell’alto Lario. Il rientro per la stessa via, variando a piacere il percorso alla ricerca di nuovi ed ameni panorami.