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Alpe le Foppe, Fraciscio, valle Spluga |
Nessun visitatore può rimanere deluso, tante e tali sono le
attrattive che la valle Spluga può offrire. Paesaggi, animali selvatici e
boschi, api, cicale, cavallette e grilli che si odono cantare nei mesi estivi. Alle
affascinanti bellezze naturali si affiancano le particolari caratteristiche
architettoniche di borghi antichi, mulattiere e sentieri magnificamente
acciottolati. Un vero patrimonio storico, culturale ambientale di enorme
valore. Questo idillio, per l’uomo del terzo millennio, spesso costretto a spazi
minimali, al frastuono e al caos delle città, può diventare facilmente realtà.
Pochi sanno, infatti, che ad un’ora di cammino da Fraciscio qualcuno ha dato
corpo ad un sogno; l’alpe delle Foppe. Se amate luoghi antichi e solitari,
allora una visita alle “Foppe “ è d’obbligo. L’escursione può iniziare a piedi
dal parcheggio presso il cimitero di Fraciscio oppure più facilmente da Motta
con un semplice traverso a mezza costa in 30 minuti. Dalla Casa Alpina di Motta
è visibile a sud la pista pianeggiante che taglia i prati lungo la sponda
occidentale del pizzo Groppera, la percorriamo sino ad un bivio dove teniamo la
destra in discesa. In breve incrociamo la ciclabile recentemente realizzata che
arriva da Fraciscio e poco oltre, dopo un breve tratto nel bosco, eccoci nella
bella e ordinata radura ove
sorgono le
baite dell’alpe. Salendo da Fraciscio, lasciato il parcheggio, camminiamo in
via delle Soste sino ad incontrare la palina segnavia e la stradina che volge a
sinistra. In sostanza
andiamo a percorre
la “nuova”e comoda pista ciclabile che, con una lunga serie di tornanti su
pendenze a volte piuttosto impegnative, si snoda attraverso un magnifico bosco
di larici e abeti. Godendo di spettacolari vedute, quando il bosco dirada, sul
pizzo Stella, la valle della Rabbiosa, il Calcagnolo e le più lontane cime
delle alpi Lepontine, raggiungiamo in un’ora circa il sentiero che viene da Motta.
Lo seguiamo svoltando a destra per raggiungere le Foppe. Il bosco dirada e lo
sguardo può abbracciare la radura e le vette circostanti. E’ un incanto, è
l’alpe perfetta! I prati d’intorno ben rasati, un ordinato orticello, una
moltitudine di coloratissimi fiori che adornano alcune baite finemente ristrutturate.
Nell’aria un gradevole aroma di legna che arde si confonde con il profumo del
fieno sotto il sole, la risata argentina di una bimba, un’ascia che batte sul
ceppo, tutto concorre ad evocare il piacere della quiete e ritmi di vita ormai appartenenti
al passato. Una sosta è imperativa. E’un piacere indugiare sul bel prato,
inondati dalla luce del sole
che sembra
giocare infiltrandosi fra le baite illuminandone le strutture e i balconi
splendidamente fioriti. Lontano, con i suoi scintillanti canaloni ancora
innevati, il
pizzo Stella sembra
sorridere.
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Alpe le Foppe, Fraciscio, valle Spluga |
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Alpe le Foppe, Fraciscio, valle Spluga |
Mi avvicino un poco titubante, non voglio interrompere la
tranquilla quotidianità di queste persone. Un bel cagnone viene ad annusarmi,
un signore mi osserva …, un buongiorno, un sorriso, alcuni convenevoli ed è
subito sintonia. Diego e sua moglie Valentina chiacchierano volentieri e io piacevolmente
incuriosito li incoraggio a raccontare. … Tutto ha inizio quasi casualmente
negli anni 90 quando Valentina, giovane sposina, mostra al marito la radura e i
ruderi delle baite appartenenti ai suoi avi.
In famiglia se ne discute da qualche tempo,
hanno delle offerte e si tratta di vendere ad imprese foreste oppure di
impegnarsi a recuperare la radura e inizialmente almeno una baita. Dopo una
serie di sopralluoghi Diego ne vede le potenzialità e apprezza la tranquilla
bellezza del luogo. Sbrigate le opportune pratiche burocratiche iniziano i
lavori. Fatica e sudore per liberare la radura da piante infestanti, erbacce e
macerie, tutto
forza di braccia e
carriola. Solo per il tetto e la sabbia si utilizza l’elicottero, tutto il
resto viene trasportato con infinite “carriolate” dalla fine della pista
proveniente da Motta alle Foppe. Si ricorda ancora Diego, dei passi
necessari,aggravato dal peso, per arrivare alla baita. Ben 8oo passi da
“alpino” in forma, altrimenti circa mille quando sfiatato. Dalla fontanella 150
passi precisi. Cosi come ricorda sorridendo compiaciuto la moglie Valentina, <<
è una Curti!…>>, che con innata abilità e destrezza si improvvisava
pavimentatrice utilizzando pesantissime piotte. << Sembra che hai sempre
fatto questo mestiere>>, le diceva. E gli amici che nel tempo libero
hanno fattivamente aiutato. Ci vuole anche fantasia, per trasformare in un
gioco di rapidità (con tanto di cronometro), la monotona fatica
dell’andirivieni con le carriole cariche di materiali. Sacrifici, impegno,
denari, amore per le proprie origini hanno contribuito alla realizzazione di un
sogno. Sogno che è fruibile, in tutta la sua bellezza, anche per i viandanti
che hanno la fortuna di passare dalle Foppe, l’alpe dei fiori.
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Alpe le Foppe, Fraciscio, valle Spluga |
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